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Scambio dati sulle valute virtuali: arriva il Crypto-Asset Reporting Framework (Carf)

L’Ocse ha posto in consultazione pubblica il report Crypto-Asset Reporting Framework and Amendments to the Common Reporting Standard, fissando cosìun nuovo obiettivo di trasparenza fiscale, per favorire la raccolta, la segnalazione e lo scambio dei dati per le criptovalute (Bitcoin e similari) tra le agenzie delle entrate dei paesi intercontinentali, precisando quali sono gli obblighi di rilevazione periodica e i principi cui dovranno attenersi i soggetti impegnati nelle transazioni in materia.

Il piano è quello di creare uno strumento standardizzato a livello internazionale, che agevoli il dialogo tra fornitori di servizi e le autorità fiscali, circa le transazioni in criptovaluta, a fronte del rilevato aumento esponenziale dell’uso di cripto-asset per una serie di investimenti e attività finanziarie.

Tali beni virtuali, a differenza dei prodotti finanziari tradizionali, possono essere trasferiti e detenuti senza l’intervento di intermediari, pertanto potrebbero prestarsi ad attività elusive le misure internazionali di trasparenza fiscale in vigore, come il Common Reporting Standard (Crs).

Il quadro sviluppato in bozza è coniato in larga parte dalle misure utilizzate per lo scambio di informazioni bancarie in materia tributaria e la recente legislazione americana, che obbliga gli exchanges a fornire dal 2023 determinate informazioni all’Irs (the Infrastructure Investment Jobs Act).

Destinatari di tali obblighi saranno coloro che, in forma individuale o societaria, rendono professionalmente servizi di scambio tra due cripto-attività o tra cripto-attività e valute, anche se attivi come controparte o come soggetti intermediari dello scambio. Tali obblighi si estendono anche a coloro che rendono disponibili piattaforme per il trading.

Contestualmente, oltre al nuovo Carf, l’Ocse ha presentato anche le proposte per la prima revisione completa del Crs sulla base dell’esperienza acquisita dai governi e dalle società a sette anni dalla sua adozione. La proposta estende il campo di applicazione del Crs per coprire la moneta elettronica e le valute digitali delle banche centrali.

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